NOVEMBRE 2022 – DICEMBRE 22

Pubblicato il20 Dic 2022 da admin

NOVEMBRE 2022

Mi piacciono i ricordi e trascriverli il più fedelmente possibile, ” quando c’è qualche Santo che m’illumina e mi protegge”. Nella seconda settimana come Skipper in Croazia, con tre coppie di giovani Emiliani a bordo, che tra l’altro si sono presentati con due valigioni rigidi, ho detto solo che non erano molto adatte, ma poiché erano piene di profumatissimi salumi Emiliani e grana Padano, per questa volta vanno bene. Una barca nuovissima, motore e vele nuove. Fatto un breve briefing come di solito, posizione dei salvagente, uso del wc, risparmio acqua ecc, ma, la loro intenzione era di rilassarsi e fare una piacevole vacanza, niente lezioni di vela e tantomeno di manovre, naturalmente acconsento: nema problema! Come dicono i Croati. Durante la prima navigazione, naturalmente avendo fatto tutto da solo, disormeggio, mettere a riva la randa e poi il Genoa, mentre si prosegue per la nostra prima destinazione, già programmata dall’organizzatore Paolo Lazzari, 42° Nord, tutti seduti in pozzetto dico: vedete ragazzi voi non volete imparare nulla della vela ed io ho acconsentito, però vorrei darvi due consigli, primo: imparare è sempre utile, mio Nonno e poi mio padre dicevano: impara l’arte e mettila da parte, Il secondo: come vedete, non sono più un giovincello e anche se lo fossi, mi potrebbe capitare sempre qualche piccolo o grande impedimento, cosa fate? Rimanete in mezzo al mare aspettando che qualcuno vi soccorra? Se invece mi date ascolto, potrete se occorrerà condurre voi la barca e come avete visto, non è difficile. Da quel momento tre di loro hanno iniziato a imparare e alla fine della crociera ne sapevano più di me. Dopo tre giorni, tra bagni e navigazioni sia a vela sia a motore e la degustazione degli ottimi prodotti Emiliani, raggiungiamo una baia bellissima, riserva naturale di Mljet, poche barche all’ancora, acqua cristallina e stupenda, mentre i ragazzi fanno il bagno raggiungendo la riva, provo a controllare se l’ancora tiene, niente da fare, provo a dare più calumo, niente, non è il caso di rimanere in quel posto, anche perché, via radio dava per la notte temporali e colpi di vento forti. La baia anche se bellissima ma completamente esposta a tutti i venti e con la non tenuta dell’ancora avremmo passato una notte d’inferno. Quando i ragazzi sono risaliti a bordo, ho provato a spiegare la situazione, ma inutilmente, preferivano rimanere in quella baia bellissima, ho insistito ma niente, irremovibili, anche perché ignari delle conseguenze. Solo un Miracolo mi poteva salvare, oltre ad esercitare i miei poteri di comandante responsabile, con l’eventuale malumore dell’equipaggio, ed ecco arrivare un gommone con esattore Croato, alla richiesta di centocinquanta euro per una notte, andiamo! Andiamo! In programma a dodici miglia una baia bellissima, protetta con colline da tutti i venti e un isolotto a protezione delle onde, il nome se non erro Baia Prozura, lo raggiungiamo con poco più di due ore, perfetto tutto come descritto. Solo una barca ormeggiata con gavitello, ne prendiamo uno libero, non ultimato l’ormeggio che un gommone si avvicina alla nostra barca, riusciamo a capire che se fossimo andati a cenare nel suo ristorante il gavitello era gratis compreso il trasporto dei passeggeri, accettiamo immediatamente, rivestiti, salgono sul mezzo, io resto a bordo, tornano verso le undici, sempre accompagnati, soddisfatti dell’ottima cena e del prezzo. Per tutta la notte il chiarore dei fulmini illumina a giorno la bellissima baia, ma non un alito di vento. Il mattino, squilla il mio telefono è Paolo: dove siete? Comunico il nostro luogo, avete avuto problemi? Dico no, tutto tranquillo, noi invece abbiamo passato una notte d’inferno, barche che ci sono venute addosso facendoci dei danni, noi stessi per buona parte della notte con motore acceso a contrastare la forza del vento e della pioggia, che ci facevano scarrocciare verso gli scogli, una nottataccia. I ragazzi hanno sentito, si sono scusati e mi hanno ringraziato, dico: non me, ma il mio Angelo Custode, questa volta nell’esattore Croato. In molti sono a chiedermi durante le lezioni se ho avuto qualche volta paura, ebbene rispondo sì, qualche volta, specialmente agli inizi, quando, sorpreso da un mutamento del tempo, mi sono raccomandato alla S.S. Vergine Maria del nostro Porto Salvo, implorando: salvami questa volta non ci vengo più! Poi da mediocre marinaio che non sa mantenere le promesse, mi sono ritrovato a bordo, naturalmente con un pizzico di esperienza in più. Come già detto, non è facile descrivere una situazione di pericolo, quando, ancora distanti diverse miglia dal porto di arrivo, il vento aumenta e di conseguenza il mare s’ingrossa, da amico diventa nemico da combattere, reggersi diventa un’impresa, dal mettere la cerata al fare delle manovre, agli inizi, parlo degli anni ottanta novanta fino a quasi duemila, si navigava con barchette di massimo nove metri , non c’erano avvolgi genoa avvolgi randa, in navigazione eri sballottato dal beccheggio e rollio, andare a prua tirare giù la grande vela e legarla per bene dal pulpito di prua e ai candelieri, altrimenti vento e mare se la portavano via era un’impresa, per non parlare quando bisognava andare sotto l’albero per incocciare la brancarella al gancio di trozza, per una o due mani di terzaroli, non avevamo GPS e in pochi il pilota automatico, timone a barra e minuscola bussola. Si navigava così. Oggi le barche oltre a essere molto più grandi e sicure, hanno le manovre rinviate in pozzetto, bimini e spray wood di ogni genere ti proteggono dal vento e dalla pioggia, il Satellitare cartografico ti comunica costantemente posizione velocità e anche l’ora di arrivo, con un ditino correggi la rotta, per non parlare della differenza dell’abbigliamento, basta dire che le cerate quando le toglievi eri più bagnato e umido che stare sotto la pioggia, in mancanza di stivali spesso mettevamo dei sacchetti di plastica. Non riesco a spiegare il motivo, ma sempre ringraziando N.S., non mi è mai capitato di precipitare nel panico e di perdere la concentrazione. Vedi “La Burrasca” e non solo quella “Non era giunta la nostra ora” Dai ricordi di ziopaolo, buon vento o vento largo a tutti.


DICEMBRE 22


Speravo, dopo più di due anni e mezzo e più di cavarmela, invece a una festicciola in famiglia, la sorpresa, prima la mia consorte e di conseguenza il mio contagio, devo dire molto leggero finora, niente febbre, niente dolori particolari oltre ai miei, solo un poco di raffreddore e leggera tosse. Passerà anche questa” spero”. Rileggendo per dare una migliorata al mio blog, che ha superato le ventiduemilacentoquindici visite, ringrazio tutti i visitatori di vero cuore. Ho notato, che nelle descrizioni della” barca a vela”, ho dimenticato una delle manovre correnti molto importanti, cioè l’amantiglio, una drizza importantissima, per la ritenuta del boma, anche oggi che le barche sono dotate del Vang rigido, l’amantiglio è presente per una sicurezza in più, le derive non ne sono dotate, ma tutte le altre, dalle più piccole alle grandi hanno questa importante manovra corrente. Forse non se ne accorto nessuno, ma è mio dovere correggere e scusarmi di questa enorme dimenticanza, forse perché non mi è mai capitato che il boma con tutta la vela spazzi la coperta e tutto il suo equipaggio. Prossimi al Santo Natale, la nascita del nostro salvatore e di conseguenza ci avviciniamo ad un nuovo anno. Quale occasione migliore per poterci scambiare gli Auguri per un sereno Santo Natale e un felice anno nuovo, tanti auguri. Ricordo, come ho sempre detto a tutti i miei allievi: in mare si può aver bisogno anche del peggior nemico. Vogliamoci bene! Ziopaolo P.S. Un’altra buona e bella notizia, uno dei miei allievi ha messo in pratica tutto ciò che predico da anni, con umiltà e semplicità è entrato a far parte di un equipaggio, per partecipare alla regata in onore del mio carissimo amico e faro insostituibile Andrea Patacca, lo scorso anno si è imbarcato al mio posto facendo un bel trasferimento dalla Croazia alla Sardegna con un mese e mezzo di permanenza. Lo ripeto ancora, ci sono tantissimi armatori, proprietari di barche che non possono uscire o fare delle regate per mancanza di equipaggio. Umiltà e saper fare, tempo e con l’esperienza tutti si fanno da soli. Ancora tantissimi AUGURI e BUON ANNO.